Ovvero: turlupinati sì, ma con poesia!
Di Carolina Cutolo
In Italia c'è solo un ambito di pubblicazione più discriminato e impopolare di quello delle raccolte di racconti: è quello della poesia. Se per un autore che scrive romanzi è difficile riuscire a essere pubblicato dignitosamente, per un autore di racconti è ancora più difficile, per un poeta quasi impossibile. Nel migliore dei casi quello che ci si sente rispondere dagli editori è "Ci dispiace ma per il racconto (o per la poesia) non c'è mercato, sono pubblicazioni che non funzionano. Provi a scrivere un romanzo ed eventualmente ci inoltri quello. Cordiali saluti. L'Editore”.
Nel peggiore dei casi invece, certi editori creativi, inventano strategie incredibilmente fantasiose per invogliare gli autori sprovveduti a fargli evitare il fallimento. In una di queste ci siamo imbattuti recentemente e vogliamo segnalarvela.
Sul sito dell'editore LietoColle, alla voce "Ti leggiamo", viene spiegata una metodologia molto particolare di invio dei manoscritti da valutare. Già il titolo è una garanzia: assicura l'autore che sarà letto, che di questi tempi non è davvero poco, viene immediatamente naturale dunque considerare questo editore un vero e proprio benefattore, capace peraltro di rara empatia nei confronti degli autori in cerca di pubblicazione:
«È inutile ribadire qui l'estrema difficoltà per uno scrittore di essere attentamente letto con minima speranza di dignitosa pubblicazione. Come dire l'ariete perenne che mai sfonda il fatidico muro.»