venerdì 18 novembre 2011

Editoria anglosassone: un esempio virtuoso

I Gentlemen dell'editoria

di Federica Leonardis

L'editoria a pagamento è un fenomeno poco diffuso nel mondo anglosassone. Viene definita come Vanity Publishing: uno scrittore che non riesce a farsi pubblicare in maniera tradizionale può decidere di pubblicare il libro a proprie spese, si rivolge allora a un editore a pagamento, una sorta di tipografo glorificato che dietro compenso edita e stampa la sua opera. Le capacità di distribuire e promuovere il libro variano da editore a editore ma difficilmente possono essere equiparate a quelle degli editori tradizionali.
Il fenomeno dell'editore criminoso che raggira lo scrittore con contratti vaghi e ingannevoli è ancora più infrequente. L'opinione che mi sono fatta in questi anni è che gli editori anglosassoni sanno che a lungo termine l'editoria a pagamento non è vantaggiosa e un comportamento etico è più remunerativo di un comportamento non etico. Forse gli editori anglosassoni hanno una lungimiranza che gli editori a pagamento italiani non hanno o non vogliono avere.


L'editoria nel mondo anglosassone può essere definita a gentlemen's game, un gioco tra gentiluomini. Per funzionare deve esistere fiducia tra i partecipanti: ogni giocatore ha bisogno della fiducia degli altri per poter sopravvivere e prosperare.
Giochereste a Monopoli o a poker con qualcuno che sapete già che è disposto a barare? Probabilmente no. Allo stesso modo nell'editoria anglosassone scrittori, agenti ed editori tradizionali rifiutano di trattare con giocatori che hanno attuato delle pratiche disoneste. A lungo andare questo porta al fallimento economico del giocatore.
Se agenti, scrittori, distributori e lettori con cui l'editore ha dei rapporti lavorativi si fidano di lui e apprezzano il modo in cui lavora, in futuro torneranno a rivolgersi a lui, questo aumenterà il suo guadagno economico e le sue quotazioni all'interno dell’industria.
La reputazione e la fiducia degli altri giocatori sono un patrimonio fondamentale per tutti, compresi gli scrittori. Non è filantropia o moralismo ma semplice calcolo: i giocatori con una buona reputazione vengono remunerati e continuano a giocare. Quelli con una cattiva reputazione vengono marginalizzati. Gli editori a pagamento godono di una pessima reputazione.

Ovviamente gli elementi devianti esistono ma attraverso la condivisione delle informazioni e la diffusione della conoscenza, le associazioni di scrittori, di agenti, di editori riescono a estromettere progressivamente i "devianti" che a lungo andare rovinerebbero il gioco per tutti.

La lungimiranza di cui parlo non è solo degli editori ma è anche la lungimiranza degli scrittori che rifiutano di farsi pubblicare dietro pagamento. Coloro i quali intendono costruirsi una carriera come scrittori sanno che pagare per farsi pubblicare è controproducente. Agenti ed editori tradizionali non giudicano favorevolmente scrittori che si sono rivolti a editori a pagamento.
Dando per scontato che lo scenario ideale per uno scrittore prevede la pubblicazione da parte di un editore tradizionale, cioè non a pagamento, la maggior parte degli scrittori anglosassoni, posta davanti alla scelta tra il non essere pubblicato affatto e l'essere pubblicato da un editore a pagamento, preferisce non farsi pubblicare e, continuando a migliorare la propria opera, aspettare il momento in cui un editore tradizionale offrirà di pubblicarlo. Questo perché lo scrittore ha fiducia in un sistema in cui i comportamenti etici, il duro lavoro e il talento vengono ricompensati: gli agenti hanno tutto l'interesse a scoprire scrittori di talento, gli editori hanno tutto l'interesse a pubblicare libri che la gente vuole comprare. Gli scrittori sanno di essere parte integrante di questo sistema che prospera o arranca attraverso le azioni dei singoli. L'arma principale è il rifiuto da parte degli scrittori e dei loro agenti di avere a che fare con editori a pagamento. La seconda arma è la condivisione dell'informazione.

Per quanto impopolare possa risultare, sono convinta che la responsabilità primaria del prosperare degli editori a pagamento in Italia risieda, oltre che nella disonestà dei singoli editori, negli aspiranti scrittori. Sta ai singoli scrittori rifiutare di pagare per vedere il proprio libro pubblicato. E' questo il primo passo per ripulire un sistema inquinato da pratiche poco etiche e allo stesso tempo promuovere comportamenti onesti. L'ignoranza non è una scusa. Le informazioni esistono. Attraverso la rete. Attraverso le pubblicazioni. Attraverso le comunità online. Attraverso blog come questo. Diffondendo la voce. La devozione all'arte e alla letteratura che tanti scrittori professano comporta anche questo.


© Federica Leonardis
Riproducibile previo consenso dell’autore