venerdì 25 novembre 2011

La responsabilità precontrattuale

Ovvero: non fidarsi delle sole parole di un editore è meglio.

Pubblichiamo un post in cui Simone Aliprandi(*) racconta la sua vicenda con una grande casa editrice, che prima accetta verbalmente le condizioni di pubblicazione della sua opera con licenza Creative Commons, e poi all'ultimo momento, di fronte alla necessità di stipula del contratto vero e proprio, fa marcia indietro, a libro quasi pronto per la stampa, con copertina e codice ISBN già assegnati.

Quello che desideriamo evidenziare grazie a questa preziosa testimonianza, è l'importanza per un autore di assicurarsi che gli impegni presi da un editore vengano messi per iscritto e firmati da entrambe le parti nel contratto di edizione invece di dare per scontato che, avendo già preso accordi informalmente, le cose andranno come prefigurato a parole.

Purtroppo non di rado accade che un autore veda pubblicato un proprio libro senza aver non solo firmato, ma neanche visto il contratto di edizione. Con tutte le conseguenze nefaste e purtroppo anche difficilmente calcolabili che questa inaccettabile negligenza editoriale implica per l'autore.

Ci auguriamo che la vicenda di Simone Aliprandi, che si occupa da sempre e a livello professionale di diritto editoriale e copyleft, possa essere utile a quegli autori (spesso esordienti) che tendono a fidarsi degli editori come se fossero dei mecenate e non degli imprenditori con i quali stanno prendendo accordi di lavoro. A volte si cade in queste trappole per inesperienza, ingenuità o eccessiva buona fede, ma altre volte, è proprio il caso di ricordarlo, quello che condanna moltissimi giovani autori è il timore reverenziale di “disturbare” i signori editori, come se pretendere la formalizzazione degli accordi e discutere civilmente i termini del contratto che condizionerà il futuro della propria opera fossero solo seccature: seccature per l'autore che si sente un artista e non si sporca le mani con questioni tecnico-burocratiche, e seccature per l'editore che è visto sempre e comunque a priori come un generoso gentiluomo. Concludendo: pubblicare un libro con un editore non è un atto di fede ma un accordo di lavoro, perciò non fidarsi non è scortesia, ma semplice buonsenso.


La causa contro la Simpaticoni Editori

Di Simone Aliprandi
*Avvocato e consulente in materia di contratti e diritto d'autore, nonché fondatore e responsabile del Progetto Copyleft-italia.it.

Riporto sotto forma di articolo per il blog la post-fazione del mio libro "Apriti standard!".

Questo libro, uscito definitivamente ad ottobre 2010 per la casa editrice Ledizioni, in realtà avrebbe dovuto essere presentato in anteprima alla metà di giugno 2010 ed essere commercializzato nel catalogo di un “grande” editore italiano. Non è il caso citare di chi si tratti ma si consideri che è uno dei massimi editori italiani in fatto di editoria tecnica e scientifica: di seguito lo chiameremo simbolicamente “Simpaticoni Editore”.

Sono entrato in contatto con i responsabili della Simpaticoni Editore già nel marzo 2009 presentando la mia idea di pubblicazione e facendo presente fin dal nostro primo incontro che si sarebbe trattato di un libro da pubblicare con licenza Creative Commons, sia per un motivo etico (ovvero la coerenza con gli argomenti in esso trattati) sia per un motivo giuridico (dato che nel libro sarebbero comparse diverse parti già pubblicate con tale licenza).

I due responsabili della Simpaticoni Editore hanno fin da subito mostrato di sapere di cosa si trattava (cosa non così frequente fra gli editori italiani) e che la mia richiesta non avrebbe creato alcun problema. Anzi, uno di loro ha proposto di mantenere comunque una royalty a mio favore nonostante l'applicazione della licenza CC. Da ciò ho iniziato a pensare che queste persone non erano solo “simpaticoni” di nome ma anche simpatiche nella realtà. Ho anche iniziato a vedere un sogno realizzarsi: essere il primo italiano a portare il modello opencontent nell'editoria che conta, uscendo dalla nicchia delle piccole case editrici che fino a quel momento avevano sperimentato quel tipo di modello di gestione dei diritti d'autore.

Il libro è così entrato in lavorazione, portandomi via molto tempo e assorbendo molte delle mie risorse; ma nonostante i mesi trascorressero inesorabili, ogni volta che chiedevo di formalizzare quell'accordo verbale in un vero e proprio contratto di edizione che contemplasse l'applicazione della licenza CC, ricevevo risposte evasive e nello stesso tempo le classiche rassicurazioni del tipo: “non si preoccupi, stia tranquillo, prima pensiamo alla stesura del libro e poi formalizzeremo il tutto”. Anche se la mia parte più avvocatesca mi rimproverava e mi redarguiva spesso, sono andato avanti nel lavoro facendo affidamento su quelle loro rassicurazioni inviatemi in varie email.

A libro finito e pronto per l'impaginazione definitiva, con tanto di copertina già realizzata, codice ISBN già assegnato e presentazione già organizzata, ho chiesto di formalizzare finalmente l'accordo tanto atteso e tanto procrastinato. La risposta è stata qualcosa come: “ci spiace ma dai piani alti dell'azienda ci è stato comunicato che l'applicazione di una licenza CC è incompatibile con le policy della casa editrice. Dovremmo pubblicarlo con un normale copyright”.

Ovviamente sono stati inutili i miei tentativi di spiegare, anzi ribadire, il concetto per cui, arrivati a quel punto, ormai l'applicazione della licenza non era tanto un mio vezzo da autore idealista ma un onere giuridico (a meno di rieditare due interi capitoli e perdere altri mesi di lavoro). Nulla da fare; il no ricevuto era un no secco, incondizionato, confermato anche dopo una mia lettera di formale diffida.

Il sogno era finito e sono tornato di colpo alla grigia realtà dell'editoria italiana, particolarmente conservatrice, e innovatrice solo quando si tratta di presenziare a fiere e convegni in tema di nuove tecnologie.

Morale della favola: il libro è stato rieditato nuovamente per poter essere inserito nel catalogo di un'altra casa editrice, questa volta innovatrice davvero e non solo sulla carta (Ledizioni, che ringrazio per la disponibilità subito dimostrata); e nel frattempo mi sono attivato presso i miei legali per avviare un'azione legale per responsabilità pre-contrattuale contro la Simpaticoni Editore.

Simone Aliprandi