sabato 14 marzo 2015

Niente consulenze su proposte di pubblicazione a spese degli autori

Il numero di richieste di consulenza che riceviamo su bozze di contratto che contemplano un contributo economico da parte dell'autore è ancora, a nostro avviso, allarmante.

Non smette di sorprenderci che, pur con tutta l'informazione disponibile in rete, un autore oggi possa ancora considerare normale cedere i diritti su una propria opera a un editore e al tempo stesso pagarlo, svalutare cioè se stesso e il proprio lavoro fino a questo punto.

Oltretutto - non ci stancheremo mai di ricordarlo - la Legge sul Diritto d'Autore (633/1941) stabilisce che le spese di pubblicazione siano da sostenere interamente da parte dell'editore, e che la parte dell'autore nell'accordo consista esclusivamente nel cedere i diritti sulle proprie opere. L'art. 118 infatti definisce così il contratto di edizione:

«Il contratto con il quale l'autore concede ad un editore
l'esercizio del diritto di pubblicare per le stampe,  
PER CONTO E A SPESE DELL'EDITORE STESSO,
l'opera dell'ingegno».

Come sapete, tutte le persone che lavorano allo sportello legale di Scrittori in Causa, me compresa, lo fanno a titolo completamente gratuito e nel proprio tempo libero. Questo significa che è importante ottimizzare le nostre energie e il nostro tempo investendoli dove davvero il nostro aiuto può fare la differenza.

Riteniamo che un editore capace di aggirare la legge sul diritto d'autore (facendosi cedere i diritti sulle opere e facendosi anche pagare dagli autori) come se fosse una cosa normale, sia un interlocutore professionale scorretto (perché agisce in contrasto con la Legge sul Diritto d'Autore) e inaffidabile (perché se vìola la LDA chissà di cos'altro è capace), dal quale perciò invitiamo tutti gli autori a diffidare a priori.

Quindi, per non sprecare né il nostro tempo né il vostro, NON facciamo consulenze su bozze di contratto che contemplano una spesa per l'autore sotto qualunque forma, che si tratti del classico contributo alle spese di pubblicazione o della forma più subdola dell'impegno contrattuale all'acquisto di copie, né altre analoghe modalità.

Ma le bozze di contratto che non contemplano spese per gli autori non per questo sono invece da accettare e firmare ad occhi chiusi, senza essere discusse, ma anzi possono contenere trappole e svantaggi notevoli per gli autori pur non contemplando richieste di denaro.

Quindi, se un editore vi sottopone una bozza di contratto in cui non vi chiede denaro sotto nessuna forma, scriveteci: vi assisteremo gratuitamente nella trattativa prima della firma per aiutarvi a migliorare il più possibile a vostro favore e a vostra tutela il contratto di edizione prima di firmarlo, oppure vi sconsiglieremo di firmare se l'editore renderà impossibile il raggiungimento di un accordo onesto e dignitoso.

Grazie per l'attenzione
Carolina Cutolo