sabato 19 novembre 2011

L'edizione economica

Sarebbe buona prassi inserire in tutti i contratti editoriali una clausola che determini gli accordi circa il tempo di uscita delle edizioni di un libro successive alla prima (edizioni economiche o tascabili). In alcuni contratti questa clausola esiste, in altri non viene assolutamente contemplata. Laddove presente, la clausola potrebbe essere espressa con la seguente dicitura: "La pubblicazione dell'opera in edizione economica potrà avvenire decorsi 12 mesi dalla pubblicazione della prima edizione".

Ma cosa succede se, nel momento della pubblicazione dell'edizione economica, della prima edizione esistono ancora diversi esemplari in circolazione? Aldilà dell'indubbio vantaggio derivante dalla rimessa in circolazione del nome dell'autore, ne conseguono due consistenti svantaggi: uno spreco di risorse nonché uno svantaggio economico per l'autore.

Valutiamo, nel dettaglio, i due svantaggi:



Svantaggio etico: l'edizione economica inficia sulle vendite dell'edizione maggiore precedentemente pubblicata. Le migliaia di copie ancora in circolazione, la maggioranza delle volte, sono destinate al macero (vedi post su Il macero), procurando uno spreco di carta indicibile. È
vero che molta della carta destinata al macero viene riciclata, ma sappiamo bene quanti ulteriori sprechi energetici comporti la stessa opera di riciclaggio.
Facciamo un esempio: nel luglio del 2009 viene stampato il primo romanzo della signora Serafina Gubbio (nome inventato) con una tiratura di 11.000 copie. A dicembre dello stesso anno risulta che il suo libro ha venduto 6.500 copie: dunque un discreto successo. Nel mese di luglio del 2010 l'editore procede a una seconda edizione del libro di Serafina, questa volta con un'edizione più accattivante:
1. costa meno perché è tascabile: 9 euro.
2. Sul retro di copertina sono riportate frasi di articoli che sono usciti sul suo libro (avendo venduto 6.500 copie in sei mesi, i media ne hanno parlato).
La nuova edizione del libro di Serafina viene messa in circolazione e vende, durante i primi sei mesi, 2.000 copie. Nel frattempo l'edizione precedente non vende più. Ricordiamo perché: il prezzo della nuova edizione è più basso e il suo packaging è più accattivante. Dove andranno a finire, quindi, le 4.500 copie invendute della prima edizione del libro di Serafina Gubbio? Con ottime probabilità al macero.

Svantaggio economico (per l'autore): le royalty delle edizioni tascabili destinate agli autori sono sempre minori rispetto a quelle delle edizioni maggiori. Se un autore, della prima edizione del suo libro, percepisce, mettiamo, il 7% sulle prime 3.000 copie, l'8% sulle successive 2.000 e il 9% sulle successive 5.000 copie, del tascabile, con ottime probabilità, ne percepirà il 6% per le prime 10.000 copie e il 7% per le successive 5.000 (e parliamo di percentuali ottimiste). Dal momento che la vendita del tascabile parte, ovviamente, dalla copia numero 1, l'autore percepirà il 6% e non più un ipotetico l'9% che avrebbe percepito nel caso in cui, del suo libro, l'editore avesse continuato a vendere l'edizione maggiore che, sempre ipoteticamente, nel momento dell'edizione del tascabile era arrivata a vendere 5.000 copie.
Ma spieghiamo meglio ricorrendo all'esempio del libro di Serafina Gubbio: nel luglio del 2009 sappiamo che è stato stampato il suo primo romanzo con una tiratura di 11.000 copie. A dicembre dello stesso anno sappiamo che il suo libro ha venduto 6.500 copie. Nel suo contratto si dice che dalla copia 1 alla copia 3.000 prenderà il 7% di royalty, dalla copia 3.001 alla copia 5.000 prenderà l'8%, dalla copia 5.001 alla copia 10.000 prenderà il 9%. Facendo i vari conteggi in relazione a un ipotetico prezzo di copertina di 13 euro (diciamo netto), risulterà che per le prime 3.000 copie Serafina dovrà percepire 2.730 euro, dalla 3.001 alla 5.000 dovrà percepire 2.079 euro, dalla 5.001 alla 6.500 dovrà percepire 1.754 euro. In totale, al 31 dicembre 2009, le sue royalty sono pari a: 6.563 euro.
Nel mese di luglio del 2010 sappiamo che l'editore procede a una seconda edizione del libro di Serafina. Sappiamo anche che, a quel punto, l'edizione maggiore non vende più. La nuova edizione del libro di Serafina, invece, vende 2.000 copie durante i primi sei mesi. Serafina a questo punto inizia a prendere le royalty della seconda edizione. Ma, per questa seconda edizione, si riparte ovviamente da 0.
Nel contratto della signora Gubbio c'è scritto che per le edizioni tascabili percepirà il 6% per le prime 10.000 copie e il 7% dalla 10.000 alla 15.000.
Ebbene, Serafina percepirà le nuove royalty, ovvero il 6% su un prezzo di copertina peraltro più basso (9 euro netti anziché 13 euro). Avendo venduto 2.000 copie, Serafina prenderà 1.080 euro (il 6% di 9 euro) contro i 2.340 euro (il 9% di 13 euro) che avrebbe preso se l'editore avesse continuato a vendere esclusivamente l'edizione maggiore.

E' giusto che sia l'editore a decidere quando è il momento più vantaggioso per passare all'edizione economica (questo, sì, rientra nelle scelte dell'imprenditore), a patto, però, che non si tratti di un trucco per pagare di meno l'autore.
Ma il gioco non finisce qui: come se tutto questo non bastasse, alcuni editori procedono a stampare un'ulteriore edizione economica. Un diverso ISBN, una nuova edizione tout court quando dell'edizione economica in corso esistono ancora esemplari in circolazione. In genere succede quando dell'edizione economica rimangono poche copie in circolazione: anziché procedere a una ristampa di copie di quell'edizione, l'editore procede a una nuova edizione, tanto, per lui, i costi sono pressoché gli stessi.
Risultato: altri maceri e royalty nuovamente azzerate.
Nel caso di una seconda economica, ci troviamo di fronte a un'ulteriore svantaggio per l'autore: nel momento in cui il libro non vende più in nessuna delle sue edizioni, l'autore dovrà fare i conti con svariate percentuali negative (le giacenze, gli scarti, le rese ecc., ovvero tutte le voci che ritroviamo nei nostri rendiconti quando un libro smette di vendere): tre, nel caso di un'edizione maggiore e due economiche.
Viene quindi da pensare che la seconda edizione economica sia l'ennesimo trucchetto per mettere in svantaggio la tasca dell'autore: aumentargli i negativi significa, come è facile immaginare, diminuire la quota dei suoi positivi.

Come evitare, dunque, che tutto ciò si verifichi?

Rispetto alle edizioni economiche, prime, seconde o terze che siano, rispetto, dunque, a ogni edizione successiva a quella ancora in corso, una soluzione potrebbe essere quella di pretendere, da contratto, che si proceda a un'edizione economica soltanto dopo un certo numero di copie vendute. Qui però sorge un problema, quello del reale conteggio delle copie vendute per i libri privi di bollino SIAE. Ebbene, tale soluzione sarebbe attuabile solo a patto che il libro sia bollinato o soggetto ad altre forme di verifica conteggio da parte dell'autore (vedi Il controllo delle copie vendute).

Rispetto al macero, una soluzione (peraltro già presente in alcuni contratti) potrebbe essere quella di pretendere, nel contratto, che l'editore avvisi l'autore prima di procedere al macero (vedi Il macero) in modo che:
- l'autore abbia la possibilità di riscattare il libro a prezzo ridotto;
- sia data la possibilità di acquistarlo a persone che non riescono a trovarlo nelle librerie delle loro città (quante volte capita che un libro non venga più ristampato ma ci sono diverse persone che vorrebbero ancora acquistarlo! In certe librerie, magari, il libro risulta ancora reperibile, in altre no).
Come fornire questa possibilità?
Per esempio:
- inserendo, nel sito della casa editrice che ha pubblicato il libro, un link dove sia possibile accedere per acquistare le ultime copie rimaste.
In questo caso le copie giacenti, anziché andare al macero, potrebbero essere trasferite nei magazzini dell'editore. Certo, l'editore potrebbe dire che i suoi spazi hanno un prezzo. Ebbene si potrebbe pattuire di diminuire ulteriormente la cifra delle royalty destinate all'autore. Meglio questo che il macero!
Nel caso in cui l'editore non disponesse di spazi dove custodire le copie giacenti, l'autore potrebbe proporre spazi alternativi: casa sua, il suo garage, la casa di sua nonna o altri luoghi.
E perché non un'asta? Con percentuali equamente spartite tra l'editore e l'autore, come da contratto, ma con organizzazione a carico dell'autore (ricordiamoci che l'editore preferisce il macero quindi deve essere l'autore a farsi carico di tali oneri).

Rispetto all'edizione tascabile, un buon procedimento è senz'altro quello di ricopertinare le copie giacenti dell'edizione maggiore (del primo tascabile nel caso di un secondo tascabile). Diversi editori lo fanno. Inserire nel contratto una clausola del genere sarebbe senz'altro utile. Certo, potrebbe accadere che la ricopertinatura risulti inattuabile per diverse ragioni. Consideriamone una: potrebbe accadere che da un momento all'altro cambi la carta in produzione e così l'editore, per le nuove copie del libro, dovrà utilizzare una carta diversa da quella usata per le copie precedenti. In questo caso la ricopertinatura risulterebbe inattuabile. Ma parliamo di eccezioni.

Concludendo, è vero che l'edizione economica di un libro rimette in circolazione il nome dell'autore, per cui va senz'altro a suo vantaggio, ma non dimentichiamo che spesso l'editore fa girare edizioni tascabili a distanza troppo ravvicinata rispetto a quelle maggiori (per non parlare dell'esempio della doppia edizione economica!). Ricordiamo un'ultima volta il risultato: le royalty vengono azzerate, le nuove percentuali destinate agli autori sono più basse, i prezzi di copertina sono più bassi per cui le royalty scendono ulteriormente e, infine, nel caso di una doppia edizione economica, l'autore si ritroverà a fare i conti con diverse percentuali negative.
Tutto ciò a discapito del pianeta, oltre che dell'autore.

Alessandra Amitrano