Giustificazioni contraddittorie e inaccettabili dal direttore di Più Libri Più Liberi, Fabio Del Giudice, in un'intervista di Antonio Prudenzano per Affari Italiani.
Prima
il direttore ammette che l'editoria a pagamento è AMORALE, sostenendo
pure di aver provato a scoraggiare un amico dal pubblicare con un EAP, e
poi a proposito delle richieste di escludere gli EAP dalla fiera parla
di CENSURA CULTURALE: questo è semplicemente ridicolo, né più né meno
che fumo negli occhi.
Invece
la questione secondo la quale il ferreo regolamento fieristico della
Regione Lazio non permetterebbe di escludere gli EAP è piuttosto
fragile, non si capisce infatti perché dalla Regione Lazio dovrebbe
essere considerato discriminatorio escludere editori che agiscono in
contrasto con l'art. 118 della Legge sul Diritto d'Autore (633/1941), e
che dunque per definizione non possono essere neanche definiti editori
"puri".
Più condivisibile e comprensibile il problema sollevato da Del Giudice circa l'endemica imprecisione delle liste di editori a pagamento, e sulla difficoltà di stabilire quali editori siano a pagamento e quali no, ma dovrebbe essere assolutamente ovvio che questa difficoltà non può essere considerata un motivo sufficiente né sostenibile per rinunciare a priori e per non cercare di trovare un sistema il più affidabile possibile. Altrimenti è come se di fronte al problema dello sfruttamento dei redattori precari dell'editoria il Presidente dell'Associazione Italiana Editori rispondesse: la questione è troppo vasta e complessa, noi che ci possiamo fare? Insomma, neanche questa è una risposta.
Il problema che non è emerso e sul quale Del Giudice dovrebbe rendere conto è che il fondatore e coordinatore di PLPL, Enrico Iacometti, è un editore doppio binario (Sovera Edizioni e Armando Editore). Se Del Giudice continua a non fornire risposte accettabili e a eludere la questione Iacometti, non si può fare a meno di pensare che il vero motivo per cui non esclude dalla fiera una pratica che lui stesso condanna, è il conflitto di interessi con Iacometti.
Più condivisibile e comprensibile il problema sollevato da Del Giudice circa l'endemica imprecisione delle liste di editori a pagamento, e sulla difficoltà di stabilire quali editori siano a pagamento e quali no, ma dovrebbe essere assolutamente ovvio che questa difficoltà non può essere considerata un motivo sufficiente né sostenibile per rinunciare a priori e per non cercare di trovare un sistema il più affidabile possibile. Altrimenti è come se di fronte al problema dello sfruttamento dei redattori precari dell'editoria il Presidente dell'Associazione Italiana Editori rispondesse: la questione è troppo vasta e complessa, noi che ci possiamo fare? Insomma, neanche questa è una risposta.
Il problema che non è emerso e sul quale Del Giudice dovrebbe rendere conto è che il fondatore e coordinatore di PLPL, Enrico Iacometti, è un editore doppio binario (Sovera Edizioni e Armando Editore). Se Del Giudice continua a non fornire risposte accettabili e a eludere la questione Iacometti, non si può fare a meno di pensare che il vero motivo per cui non esclude dalla fiera una pratica che lui stesso condanna, è il conflitto di interessi con Iacometti.
Nel video che segue, tratto dal video-reportage Contributi d'autore, a cura di Scrittori in Causa e Scrittori Precari, Enrico Iacometti risponde alle nostre domande sull'editoria a pagamento,
giustificandola e parlando di "scandalo relativo", mentre sul problema della
presenza degli editori a pagamento alla fiera Più Libri Più Liberi
risponde: "noi non siamo poliziotti, non possiamo investigare".