Prosegue
l’indagine di Scrittori in causa sulla presenza degli editori a pagamento alle
fiere del libro italiane. Questo osservatorio ha l’intento da una parte di
quantificare e confrontare la presenza alle fiere degli editori che praticano
la pessima prassi di mettere le spese di pubblicazione sulle spalle degli
autori (dei quali si accaparrano anche i diritti sulle opere per anni), ma anche di incoraggiare le fiere a alzare il proprio livello culturale e etico,
dando spazio solo a editori che NON adottano questa prassi che, oltre che contraria
all’art. 118 della Legge sul Diritto d’Autore 633/1941, è un autogol per gli
autori, che in pratica in questo modo pagano per lavorare, e un danno per
l’editoria tutta, perché editori che selezionano chi pubblicare in base al
fatto che pagano e non secondo criteri di qualità, contribuiscono a svuotare e
delegittimare il ruolo di soggetto culturale dell’editore e ad abbassare il
livello dell’editoria italiana tutta.
Oggi,
chiudendo un’indagine che per tutto il 2017 ha seguito le principali fiere del
libro nazionali, presentiamo il calcolo percentuale di EAP (che comprendono sia
gli editori a pagamento puri che gli editori doppio binario, cioè tutti gli
editori che adottano la prassi di far pagare gli autori) sul totale degli
espositori presenti a Più Libri Più Liberi.
Come
ci aspettavamo, rispetto alle altre due più importanti fiere nazionali del
libro (Salone di Torino e Tempo di Libri), PLPL presenta la maggiore incidenza
percentuale, superata solo dalla fiera Firenze Libro Aperto, evento comunque minore per
entità e importanza, ma grazie al quale (vista incidenza di EAP talmente alta da essere osservabile a occhio) è stato inaugurato questo osservatorio.
Ma passiamo ai dati relativi a PLPL:
Più
Libri Più Liberi 2017
Espositori
478
EAP
e DB 41
Incidenza
percentuale 8,58% sul totale
Ed
ecco un confronto con gli altri festival nazionali del 2017, in ordine
crescente di incidenza percentuale degli EAP presenti in fiera:
Milano
Tempo di Libri
Su 550 espositori 34 EAP, incidenza percentuale 6,18%
Salone del Libro di Torino
Su 768 espositori 56 EAP, incidenza percentuale 7,16%
Più Libri Più Liberi
Su
478 espositori 41 EAP, incidenza percentuale 8,58%
Firenze Libro Aperto 2017
Su 148 espositori 13 EAP, incidenza percentuale 8,78%
Non
è certo un caso se, fra le tre più importanti fiere del libro nazionali, Più
Libri Più Libri presenti l’incidenza percentuale più alta di EAP: da sempre
infatti PLPL rappresenta uno dei più evidenti conflitti di interesse
dell'editoria italiana: Enrico Iacometti, fondatore e organizzatore della
fiera, già presidente del gruppo Piccoli Editori dell'AIE, è un EAP doppio
binario con le case editrici Sovera e Armando, e questo nonostante lo statuto
dell'AIE (che patrocina la fiera) preveda come condizione per l'iscrizione
all'AIE che gli editori sostengano a proprie spese l'impresa editoriale, dunque
certo NON a spese degli autori.
Ci
si chiede se prima o poi l’AIE invece di far finta di niente vorrà affrontare
questo conflitto di interesse e negare finalmente l’iscrizione agli editori che
invece di sostenere l’impresa editoriale a proprie spese mettono
sistematicamente il rischio imprenditoriale sulle spalle degli autori, e se le
più importanti fiere del libro italiane vorranno prendere una posizione
altrettanto chiara, negando gli spazi espositivi agli EAP. Sarebbe un segnale
importante, che contrbuirebbe a rendere chiaro ai lettori, ai visitatori delle
fiere, nonché agli stessi aspiranti scrittori che CEDERE I DIRITTI SUL PROPRIO
LAVORO E ALLO STESSO TEMPO PAGARE è profondamente sbagliato, esattamente come
pagare per lavorare.
Il
passo successivo sarebbe cambiare finalmente la legge sul diritto d’autore
633/1941, che oltre ad essere obsoleta sotto innumerevoli punti di vista, attualmente
certo chiarisce che le spese di pubblicazione devono fare capo esclusivamente
all’editore, ma non prevedendo sanzioni né conseguenze in caso contrario,
lascia agli editori di fatto la libertà di agire in contrasto con la legge
qualora gli autori, con la loro firma sul contratto di edizione, accettino
condizioni umilianti come quella di pagare pur cedendo i diritti del proprio
lavoro per anni.
Una strada senz'altro lunga e secondo molti persino utopica, ma questo non è certo un buon motivo per continuare a far finta di niente o peggio per accettare lo status quo.
Carolina
Cutolo