SE CI LEGGI E' GIORNALISMO. SE CI QUERELI E' SATIRA, è il sottotitolo di una bellissima rivista autoprodotta, piena zeppa di cose, che si intitola
MAMMA!. Per l'ultimo numero, dal titolo "Primavera Italiana", il direttore, Giuliano Kanjano, mi ha chiesto un racconto satirico ispirato alla vicenda del
Festival dell'Inedito che questo blog, insieme a moltissimi altri siti, blog, gruppi culturali, collettivi, singole persone, ha contribuito a far sospendere.
Invitando tutti voi ad
abbonarvi a MAMMA! e a consentirle di continuare a esistere, pubblico di seguito il racconto che ho mandato a Kanjano e che è inserito nell'ultimo numero della rivista, la cui copertina è illustrata nientemeno che dalla grandissima
MP5, e a cui hanno partecipato scrivendo o disegnando anche
:
Alessandro Borbone, Alessia Sabatino, Andrea Bersani, Andrea Chronopoulos, Andrea Coccia, Andy Ventura, Anna Bellia, Arnald, Assia Petricelli e Sergio Riccardi, Carlo Giubitosa, Chiara Smacchi, Claudio Gianvincenzi, Dario Campagna, Demerzelev, Elena Ferrara, Ellekappa, Fabrizio Des Dorides, Flyfra, Frago, Gianpiero Caldarella, Giuseppe Lo Bocchinaro, Harumi Mat, Lo Scorpione, Lorenzo Iervolino, Lucio Villani, Malì Erotico, Marcella Brancaforte, Marco Pinna, Marco Tonus, Marco Trulli, Mario Gaudio, Mauro Biani, Maurizio Boscarol, Paolo Manganiello, Pino Scaccia, Riccardo Orioles, Roberto Ugolini, Sergio Nazzaro, Tabagista, Thierry Vissol, Toni Bruno, Vito Manolo Roma e Yukari Saito.
Vendere 300 copie di ogni numero permette alla rivista di sopravvivere e di realizzare il numero successivo, se questo vi piace e volete leggerne ancora e ancora:
ABBONATEVI!
Ed ecco il mio raccontino sul festival letterario più discusso del 2012:
Il festival dell'indebito
Ero a un passo dalla gloria, dagli allori del successo, dal vedermi finalmente consacrato tra i mostri sacri della letteratura italiana. Avrei certamente ottenuto, grazie al mio mirabile esordio, tutti i riconoscimenti più prestigiosi: Campiello, Strega e perché no, anche l'ambitissimo Prize-On-Demand. Sarei stato osannato dalla pagina culturale del Sole 24 Ore, avrei troneggiato nella classifica dei libri più venduti del Corriere della Sera per mesi. I critici letterari più severi mi avrebbero salutato come la nuova voce che attendevano da sempre. Sarei stato tradotto il tutte le lingue, avrei vinto premi internazionali, cenato con Philip Roth e Paul Auster e sarei stato corteggiato dal Newyorker. Giornalisti di tutto il mondo mi avrebbero chiesto come ho fatto in così breve tempo ad influenzare i miei contemporanei tanto profondamente da strappare a David Foster Wallace la dichiarazione: “La storia della letteratura si divide in prima e dopo Nicolino Gandolfini”.
E invece niente. Per colpa di quattro stronzi di blogger.
Ero il favorito al Festival dell'Indebito, un progetto geniale che bastava pagare solo 600 euro per partecipare, invece di dover leccare il culo nel salotti letterari dei mafiosi di sinistra. Era patrocinato dal Comune di Firenze, città-culla della lingua italiana; i più stimati intellettuali della scena culturale nazionale avrebbero selezionato le opere in gara: impossibile non veder riconosciuto il mio valore. Inoltre il Festival era supportato dalle due più importanti case editrici italiane, che si sarebbero scannate per accaparrarsi un contratto di edizione con il sottoscritto. Cosa sono 600 euro di fronte a queste garanzie di un futuro letterario lastricato d'oro? NIENTE.
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Illustrazione di Andrea Chronopoulos per il racconto Il festival dell'indebito |
E invece ecco che quattro sfigati, incapaci di riconoscere la portata rivoluzionaria del Festival dell'Indebito, cominciano a gettare merda sull'intero progetto: iniziativa lucrosa, regolamento capestro, pubblicità ingannevole. Tutte illazioni frutto di invidia, è chiaro, perché da pezzenti falliti quali sono non potevano permettersi di pagare la quota d'iscrizione, e hanno ben visto di impedire ad altri, evidentemente più meritevoli, di ottenere quello che era loro precluso.