Riportiamo un breve stralcio:
È
ancora possibile pubblicare nel nostro paese? Esistono cioè ancora
buoni editori che si occupano di scoprire autori e pubblicarli, oppure
dobbiamo dimenticare quell’idea di editoria?
Per fortuna esistono in Italia anche
molti piccoli editori che lavorano sodo e professionalmente con e per
gli autori. Editori che sopravvivono a stento di questi tempi, ma che
preferirebbero chiudere i battenti piuttosto che aggirare gli autori o
mettere sulle loro spalle il rischio imprenditoriale. Tra l'altro spesso
i piccoli editori riconosciuti nell'ambiente editoriale come seri e
attenti a chi e a cosa pubblicare, spesso vengono osservati da editori
maggiori in cerca di novità. Insomma, una prima pubblicazione seria e
dignitosa con un editore piccolo ma stimato è il piede giusto con cui
provare ad accedere al mondo dell'editoria e a pubblicare, che non è e
non può essere una certezza, non arrendiamoci quindi al primo
pseudo-editore che ci chiede soldi per pubblicarci, ma andiamo avanti
per la nostra strada e accettiamo come perfettamente normale e non
drammatico il fatto che un editore degno di questo nome e disposto a
pubblicare il nostro lavoro potremmo anche non trovarlo, perché nessuno è
mai morto per non aver pubblicato e perché, come scriveva Simone De
Beauvoir in Memorie d'una ragazza per bene: «La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza; è un'attività solitaria in cui il pubbico esiste solo come speranza».