Da un post di Vanni Santoni (che invito a leggere per intero), pubblicato sul Blog di Veronica Tomassini:
"Se non scrivi tutti i giorni fino a logorarti, non sei uno scrittore. Se
non scrivi tutti i giorni fino a mutare personalità (e in peggio, si
capisce: notti insonni, idiosincrasie, disfunzioni relazionali,
fissazioni, introversione oppure sindrome istrionica oppure entrambe,
feticismo, superstizione, schematismo ossessivo oppure disposofobia,
eccesso di sangue o collera o flemma o malinconia), non sei uno
scrittore. E il brutto è che, anche se lo fai, non è detto che tu sia
uno scrittore. E peggio ancora è il fatto che – se prendi sul serio,
come immagino, la letteratura – anche quando avrai messo il tuo nome
accanto a quei bei marchi storici, i tuoi compagni di catalogo, quelli
antichi e grandi, ti diranno: non ci siamo, non ci siamo per niente. Il
bello però – c’è anche un lato bello, sì – è che l’unica risposta da
dare, se ancora “non ci sei”, è una sola, e semplice, e sempre la
stessa: più ore, più ore di scrittura".